|
||
|
||
|
||
|
|
|
Maria Pirro È protesta contro la norma inserita nel maxi-emendamento della finanziaria che blocca le azioni legali e le procedure di pignoramento nei confronti delle Asl. Il testo oggi approda in Parlamento. E dalla Campania parte la mobilitazione contro l'articolo 1, comma 79, previsto nella legge di programmazione economica. Per Vincenzo D'Anna, presidente di Federlab Italia, il provvedimento è «oltremodo lesivo dei legittimi diritti e degli interessi delle strutture sanitarie private accreditate», che erogano prestazioni per conto del servizio sanitario regionale soprattutto nel Sud Italia. La norma infatti è circoscritta alle Regioni con piano di rientro dal debito: Campania, Lazio, Sicilia, Abruzzo, Molise e Calabria, «ma in pratica colpisce significativamente le Regioni con cronici ritardi nei pagamenti come la Campana e la Calabria», fa notare D'Anna. È sul piede di guerra, dunque, l'organizzazione che raggruppa circa 200 strutture a Napoli, 700 nella regione. I dati sui crediti vantati parlano chiaro: «Le aziende sanitarie della Campania hanno maturato ritardati pagamenti per circa 18 mensilità. Il ricorso alle azioni legali risulta essere l'unico e l'ultimo strumento di tutela e di garanzia dei legittimi crediti maturati da parte dei fornitori di beni e servizi», afferma D'Anna e spiega perché la norma cancellerebbe con «un colpo di spugna i crediti maturati, nonostante l'ingiunzione giudiziaria di pagamento verso le aziende sanitarie e a fronte di servizi già erogati e peraltro pattuiti con le stesse aziende». La norma, aggiunge, «vuole legittimare, attraverso il voto parlamentare, un'azione contraria a qualunque giustificazione legislativa e costituzionale». Non solo: l'approvazione provocherebbe in Campania una «situazione paradossale», sostiene D'Anna, perché il governo nazionale ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge regionale numero 1 del 16 gennaio 2009 «che prevedeva all'articolo 25, comma 2, un analogo provvedimento». Di qui l'appello della Federlab: «Chiediamo che il governo ritiri il comma 79 dell'articolo 1 del Dpef, perché lesivo dei diritti costituzionali ed economici e che si giunga alla ridefinizione della restituzione del credito, dovuto dalle aziende sanitarie alle strutture di laboratorio, attraverso un tavolo di concertazione comune». D'Anna incassa l'appoggio di Marcello Taglialatela, vice-capogruppo Pdl alla Camera. «Ho presentato un subemendamento che punta a sopprimere la norma», afferma Taglialatela, «Sto lavorando in queste ore affinché tutti i deputati campani possano sostenere la mia iniziativa che nasce dalla necessità di impedire che si procuri un ulteriore evidente danno ai creditori della sanità regionale già da tempo gravati da condizioni di evidente disparità e difficoltà. Si creerebbe solo una ulteriore ed evidente iniquità e per questo occorre un intervento comune». © RIPRODUZIONE RISERVATA |