ROMA - Sì della Camera
alla fiducia posta dal governo sul decreto sanità, approvato con 298
voti a favore e 150 contrari. La maggioranza richiesta era di 225 voti.
Niente più ticket sulla diagnostica e stop al blocco dei pignoramenti da
parte dei creditori del Servizio sanitario delle Regioni con i conti in
rosso.
Sono queste le due novità chiave introdotte dal decreto che
ripiana i deficit del settore della sanità. Per il provvedimento i tempi
sono comunque stretti, dal momento che deve essere approvato dal Senato,
in terza lettura, entro il 19 maggio.
DEFICIT REGIONI - Con il decreto è autorizzato il
concorso straordinario dello Stato nel ripiano dei disavanzi strutturali
dei servizi sanitari regionali registrati nel periodo 2001-2005. Per
raggiungere questo obiettivo sono messi a disposizione 3 miliardi di
euro per il 2007, attraverso misure fiscali ad hoc.
SUPERTICKET - Il colpo di grazia al balzello sulle
ricette per la specialistica è arrivato nel corso dell'esame
parlamentare: i senatori hanno proposto la riduzione dei ticket da 10 a
3,5 euro, mentre i deputati sono riusciti a portare a casa l'abolizione
tout court. Il costo è pari a 511 milioni di euro. Per la copertura
vengono utilizzati 100 milioni del fondo dei debiti pregressi e 411
milioni del fondo di rotazione per le politiche comunitarie.
CREDITORI - Punto delicato, soprattutto ora che il
decreto tornerà in mano ai senatori. Il blocco per 12 mesi dei
pignoramenti per le aziende sanitarie è stato, infatti, inserito a
Palazzo Madama. I deputati l'hanno invece fatto saltare.
CONTROLLI - Nuovo giro di vite. Ogni anno i risultati
della verifica dei piani di rientro sono "tempestivamente" trasmessi dal
ministro dell'Economia al presidente della Corte dei Conti, che, nel
caso di irregolarità, potrebbe far partire "un giudizio di
responsabilità amministrativa e contabile". Tra le novità anche un
maggiore coinvolgimento del Parlamento: il decreto, che ripartisce le
risorse tra le regioni interessate, dovrà infatti essere trasmesso alle
commissioni di Camera e Senato competenti. Il Parlamento riceverà,
inoltre, una relazione sullo stato dei debiti.
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